Chi e’ William Onyeabor? (Needle in the Hay)

Chi e’ William Onyeabor? (Needle in the Hay)

2014-12-18T12:37:09+00:0018 Dicembre 2014|

 

Vite nascoste, misteriose, scomparse o dimenticate: sono quelle di alcuni musicisti che, per scelta o per caso, si sono ad un tratto allontanati da indiscrezioni, interviste, telecamere e riflettori – e a volte, anche dalla loro stessa musica.

Needle in the Hay è una nuova rubrica che ne raccoglie i frammenti lasciati in vista, per celebrare il loro ricordo, per riscoprirne le opere, e per raccontarvi ogni mese una 'nuova' affascinante 'vecchia' storia.

ONYEABOR1_2

Alcuni anni fa, una piccola etichetta discografica di New York City si apprestava a pubblicare una compilation di brani degli anni '70 e '80 realizzati dal nigeriano William Onyeabor, compositore di musica elettronica. Di lui non si sapeva molto all'epoca. E non se ne sa molto tuttora.

Così, in sovrimpressione, si apre Fantastic Man, breve documentario pubblicato a febbraio di quest'anno dalla redazione di Noisey, e realizzato dal regista inglese Jake Sumner per il collettivo Alldayeveryday, in collaborazione con l'etichetta discografica Luaka Bop di David Byrne – la stessa che ha cominciato a interessarsi ai dischi di Onyeabor per ristamparli sotto forma di raccolte, tra cui la recentissima Who Is William Onyeabor?

Eh, ma chi è William Onyeabor?

Lo sai che è un gigante? Mangia solo una volta al giorno, ma quella volta in cui mangia, mangia per 3, 4, 5!
[Ferdinand Ohans – ex studio manager di Onyeabor]

William Onyeabor ha auto-prodotto ben 8 album tra il 1978 e il 1985  – tutti capolavori dell'avanguardia elettro-funky-disco a cui si sono ispirati in tanti, da Devendra Banhart che racconta di averlo persino incontrato in sogno, tanta era l'ossessione da novello fanboy, a Caribou, che ha utilizzato alcuni sample di When the Going is Smooth & Good per la sua hit a nome Daphni Ye Ye. Convertitosi in seguito a un Cristianesimo totalizzante di meditazione e isolamento, quasi un ritiro spirituale, Onyeabor si è negato da quel momento a qualsivoglia intervista, rifiutandosi categoricamente di parlare di sé stesso e della sua musica.

Sulla sua vita e sul suo percorso musicale aleggiano molti misteri, e le voci della strada si mescolano alle leggende metropolitane quando si tratta di capire quali siano le origini di quest'uomo così bizzarro e originale. Gran parte delle (poche) informazioni sul suo conto hanno come unica fonte la piccola nota a retro copertina della compilation Nigeria 70: The Definitive Story of 1970s Funky Lagos, pubblicata nel 2001. Si legge di un passato da studente di cinematografia nella Russia sovietica degli anni '60, a Mosca, ma altre fonti sostengono che si sia laureato in legge in Gran Bretagna, a Oxford. L'unica cosa che si sa per certo – e per cui ringraziamo le copiose fotografie in cui si fa ritrarre spesso e molto volentieri in mise eleganti da affermato businessman, o in esotiche tenute da cowboy, con grandi cappelli a falde larghe –  è che si tratta di un uomo di quasi cento chili, alto un metro e novanta – un gigante – che nel decennio successivo, a metà anni 70, ritroviamo in Nigeria, a Enugu, ex capitale del Biafra.

Qui fonda la casa cinematografica Wilfilms (poi riconvertita a casa discografica) e produce il suo primo lungometraggio, Crashes in Love, nel 1977 – un film drammatico, anzi una 'tragedia che narra di come una principessa africana rifiuta l'amore che i soldi possono comprare'. Persino la colonna sonora è realizzata dallo stesso Onyeabor, che per l'occasione compone 5 brani raccolti in un album dall'omonimo titolo, in definitiva il suo primo LP. Sempre in una nota a retro copertina si auto promuove e descrive come un 'cineasta professionista, formatosi in Francia e in America'. Tuttavia, del film in sé e per sé non v'è traccia alcuna, in nessun archivio, per cui si dubita sia mai stato davvero prodotto.

Onyeabor Crashes in Love

Da notare che una prima versione dell'LP è stata registrata con una strumentazione 'ordinaria': tastiere, batteria, voci, chitarra; solo successivamente William decide di pubblicarne una seconda versione 'remixata', in cui aggiunge quei beats elettronici che gli hanno poi regalato la notorietà, più chitarre e voci extra. Torna quindi con l'intento apparente di sfondare nella Hollywood nigeriana – detta Nollywood, seconda solo all'India come maggior industria cinematografica nel mondo – e mette su uno studio di produzione e registrazione, dove piazza i suoi preziosissimi sintetizzatori analogici.

Si tratta proprio dei Moog, di cui – si dice – sia diventato anche uno dei primi rivenditori. Cosa che ha generato molta curiosità e alcuni sospetti, dal momento che i sintetizzatori erano al tempo un tipo di strumentazione dalla tecnologia avanzata e non esattamente alla portata di tutti, dati i costi alquanto elevati – figurarsi poi in Africa. E' da considerare inoltre che si trattava dei primi modelli allora in circolazione: il moog ha conosciuto infatti una certa popolarità solo a fine anni 60, dopo aver tentato un primo inserimento proprio nel mercato cinematografico. Nello specifico, sappiamo però quale modello è stato utilizzato da Onyeabor per le sue registrazioni: si tratta del Polymoog, lanciato sul mercato nel 1975 e andato fuori produzione cinque anni dopo, nel 1980. Al di là dell'aspetto economico, sarebbe interessante sapere in che modo Onyeabor fosse riuscito a procurarsi uno di quegli apparecchi!

atomicbomb

Come spiega Dan Snaith dei Caribou in Fantastic Man, la sua peculiarità sta nell'utilizzo di sequencers e drum machines per creare i suoi 'loop perfettamente robotici', basandosi quindi su pattern musicali ripetitivi: un'idea rivoluzionaria, che sarebbe stata introdotta nel mondo musicale solo successivamente, con l'avvento della dance music. Stava insomma sviluppando idee musicali che erano ancora in embrione nel mondo occidentale, ma per conto suo, come una sorta di Kraftwerk dell'Igboland (come viene anche chiamata la regione dov'è situata Enugu, per via della prevalenza di etnia Igbo nella popolazione).

A introduzione del documentario di Sumner troviamo una breve intervista a Duncan Brooker, collezionista di dischi inglese, che mostra fiero un vinile originale dell'album di Onyeabor Atomic Bomb. Dice di averlo rinvenuto in un mercatino di dischi negli anni '90, e che ad averlo colpito – oltre al titolo così cheesy – sarebbe stata l'immagine in copertina di questo tizio di colore in occhiali scuri, Rolex al polso e dita ingioiellate, tranquillamente seduto e sorridente in quello che sembrerebbe a tutti gli effetti uno studio di registrazione, ma con la particolarità di essere circondato da microfoni e sintetizzatori: un fiero dispiego di risorse economiche da mettere in bella mostra.

Jake Sumner e la sua troupe sono andati proprio fino a Enugu, per parlare con le persone del posto che si suppone possano essere entrate in contatto con Onyeabor in passato. L'anziano proprietario di un negozietto di dischi usati conferma: '"In molti hanno formulato ipotesi circa questo misterioso giovanotto, senza mai riuscire ad avvicinarsi alla verità". Curiosa anche l'ipotetica connessione tra l'Inghilterra apparentemente frequentata da Onyeabor e la Nigeria post sessantottina, che dopo aver visto l'indipendenza da quello stesso colonialismo inglese che le avrebbe poi 'concesso' una democrazia sotto forma di stati confederati, si ritrova a essere un crogiolo di culture tribali spesso in conflitto tra loro – tanto che, come afferma Uchenna Ikonne, scrittore nigeriano e storico musicale ora di base a Boston, la Nigeria non era percepita tanto come 'nazione', quanto come 'espressione geografica'. Le chance di scomparire e riapparire dal nulla nel nulla, in uno scenario geopolitico così confuso e frammentato, non sono poi così poche. E' stato proprio il Biafra infatti uno dei principali centri di scontri e sommosse per un'ulteriore indipendenza in qualità di 'repubblica', esattamente a cavallo tra il 1967 e il 1970 – poco prima che William facesse la sua ri-comparsa sulle scene locali.

bodyandsoullo

Ma nonostante le guerre (e forse proprio come conseguenza delle stesse) si trattò di un periodo fiorente in ambito musicale: molte erano le band sulla scena nigeriana, dedite al soul, al rhythm & blues, e soprattutto alla funky music, con James Brown come modello di riferimento per tutti. E Onyeabor si inserì perfettamente in questo contesto, con un particolare vantaggio: quello di spiccare per l'estrema freschezza e originalità del suo sound, fatto di beat elettronici, intricati svolazzi synth, e sorprendenti effetti sonori da arcade-computer games. In breve tempo singoli come Atomic Bomb e When the Going is Smooth and Good scalarono le vette delle classifiche locali, mentre i suoi videoclip erano perennemente in onda sui canali televisivi musicali.

Nonostante però la scena locale fosse ragionevolmente frequentata per lo più dagli stessi musicisti, nessuno di loro è oggi in grado di fornire dettagli sulla misteriosa vita di William, o sul suo passato. Ancora Ikonne racconta della lunga avventura che lo ha coinvolto, per essersi messo in testa – da semplice blogger e puro appassionato di musica – di rintracciare Onyeabor dopo aver preso accordi economici con la Luaka Bop, nella speranza di convincerlo a firmare un contratto per poter ristampare i suoi album. Persino il tizio che contattò inizialmente per farsi dare le prime informazioni sull'artista lo mise in guardia: "Stai attento, questo è un cliente particolarmente difficile".

In quasi un anno di caccia all'uomo in Nigeria, Ikonne rischiò anche di finire sul lastrico: una volta scovato e pagato, Onyeabor per diverso tempo trattenne il denaro messo a disposizione dall'etichetta, rifutandosi di firmare alcunché. A confermare il carattere quantomeno difficile del personaggio, c'è anche il racconto di Yale Evelev, presidente della Luaka Bop, e della prima telefonata che fece a Onyeabor per mettersi in contatto con lui e sapere qualcosa di più sui suoi dischi, prima di pubblicarli. Alle prime semplici domande, la spiazzante risposta del musicista fu: "Perché dovrebbe interessarmi parlare di questo? Tutto ciò di cui voglio parlare è Gesù". O ancora, stranezze da fanatismo delirante: '"Io sono un peccatore che si è pentito, e che si è concesso a Cristo al 100%".

Onyeabor Great Lover

Ci vollero tre anni per arrivare finalmente a un accordo per la realizzazione della prima raccolta. E fu solo grazie all'insistenza del nuovo manager dell'etichetta Eric Welles-Nystrom, che decise anche lui di andare a trovare Onyeabor di persona, in Nigeria, come la montagna che va ancora una volta da Maometto. Fu lì che scoprì la sede 'amministrativa' del musicista: un ufficio in centro ricavato all'interno dell'entrata di un negozio in disuso, con tanto di orologio fermo alla parete e segretaria, che come prima cosa chiese prontamente a Welles-Nystrom se cercava 'il capo' e se veniva dalla Russia. Immediatamente dopo si ritrovò in mezzo alla foresta, fuori città, in un posto a 30 minuti di auto dal centro abitato, davanti a una specie di hotel-resort anni '70 ribattezzato Ezechukwu Palace, 'Palazzo del Dio Re', completo di grande fontana non funzionante nel cortile antistante, piscina interna, ed eliporto. Welles-Nystrom avrebbe trascorso la sua visita di una settimana in casa Onyeabor ospite nella VIP suite, la stanza più lussuosa del palazzo, guardando programmi di televangelisti in compagnia del padrone di casa.

Durante la successiva visita di Sumner, oltre alle immagini degli esterni descritti da Welles, alla troupe è stato concesso di riprendere un unico dettaglio interno: la grande hall con scalinata presidenziale, convertita a santuario ego-spirituale. Alla sua base troneggia infatti un colossale Polymoog, completo di pedaliera, poggiato su due sgabelli d'antiquariato – una specie di inginocchiatoio per suonatori di synth. Lungo i due lati della scalinata, due file di maxifotografie, una per ogni gradino, e tutte rigorosamente incorniciate. Ritraggono alternativamente Onyeabor e Gesù Cristo, per convergere infine nel punto focale in cima alle scale: una foto formato gigante di William Onyeabor in elegantissimo doppiopetto grigio gangsta. Più piccolo, a lato, un Gesù che quasi lo riverisce, inginocchiato in preghiera. E poi un videomessaggio: un William più modesto, in tunica di foggia locale, che fa ciao con la mano mentre la sua voce registrata recita 'Il mio nome è William Onyeabor. Vivete una vita virtuosa. Agite secondo il verbo del Signore. Leggete la Bibbia. Vi amo tutti'. E invita a leggere un passo dalla Lettera di Giacomo, 1:22-25. (*)

William Onyeabor mansion Fantastic Man

[sopra, la hall del Palazzo di Onyeabor a Enugu – foto tratta dal documentario di Jake Sumner, Fantastic Man]

Oltre all'apparente follia, le storie che circolano sul conto di Onyeabor lo associano spesso a un tipo di individuo non solo scostante, non semplicemente riservato, ma addirittura 'pericoloso'. Si mormora infatti che abbia puntato una pistola contro uno dei suoi collaboratori, un commesso di un piccolo negozio di dischi, che inizialmente distribuiva anche i suoi album e che avrebbe cantato alcune parti per una delle sue registrazioni. Solo per aver avanzato una richiesta circa le royalties che gli spettavano, venne minacciato e messo in fuga dal musicista con un'arma da fuoco. Quando il ragazzo andò dalla polizia per denunciare l'accaduto, gli dissero che era necessario ispezionare la casa di Onyeabor per trovare la pistola. Ma l'arma non fu mai trovata, e il ragazzo fu a sua volta denunciato per falsa informazione e successivamente condannato al carcere. Altri invece accusano Onyeabor di non essere lui a suonare tutti gli strumenti in ciascuno dei suoi album, come invece ci è dato credere vista la mancanza di citazioni o ringraziamenti a collaboratori esterni – nel primo LP, per esempio, si ringraziano famigliari, amici, fan e persino Dio per l' 'incessante supporto', ma non v'è menzione alcuna di eventuali collaborazioni.

Scrive Mike Rubin in un interessante articolo per il New York Times, pubblicato nel 2013, che durante il mega-party indetto da alcune più o meno note personalità del mondo musicale, tutte vicine all'etichetta di Byrne, per celebrare l'avvento (o meglio, la ri-scoperta) dei capolavori di Onyeabor finalmente sbarcati in occidente, l'unica traccia della presenza del 'festeggiato' era data da una sagoma di cartone che raffigurava il musicista a grandezza naturale, ottenuta da una foto presa in prestito da uno dei suoi vecchi album. Ma di Onyeabor, seppure invitato, neanche l'ombra.

Il suo ultimo album, Anything You Sow, risale al 1985, ma si sospetta che già prima di allora la 'rinascita cristiana' avesse preso il sopravvento. Lo testimoniano alcuni versi delle sue canzoni precedenti, come già in Good Name del 1983: 'A good name is better than silver or gold' – che si rifà a proverbi di stampo religioso – oppure il memento mori che ritroviamo nei cori di Something You'll Never Forget: 'One day you'll be lying down dead'.

Ancora oggi, tutto ciò che ci è dato di sapere da Onyeabor, circa la sua musica, risiede in una manciata di massime spirituali:

Sono orgoglioso della mia musica solo per via del suo aspetto creativo. Non ho fatto musica col preciso scopo di lode al Signore. Ecco perché ho deciso che d'ora in avanti tutte le mie azioni saranno volte unicamente a rendere grazie a Dio e a predicare la Sua parola.

Eppure, come fa notare Rubin, il genere di commercio che i suoi album stimolano è un po' più materiale che spirituale: i collezionisti fanno a gara per possedere i suoi album, con prezzi che vanno dai 150 euro su Ebay per le ristampe in edizione limitata della Luaka Bop, fino ai 1200 per le copie ormai fuori stampa. E tra gli estimatori e i nuovi adepti di questo misterioso artista, troviamo nomi anche noti: dal già citato Devendra Banhart a Four Tet, passando per Damon Albarn e Hot Chip.

william onyeabor Hypertension

Oggi sessantottenne, William Onyeabor è diventato il 'Grande Capo' della sua Enugu, dove c'è persino una strada che porta il suo nome e dove la sua attività di uomo d'affari con contratti governativi continua a prosperare, insieme al fatturato delle sue altre imprese: un internet cafè, una piccola industria di stampa di dischi, e un frantoio per la produzione di farina. Al posto dei vecchi studi della Wilfilms, però, c'è adesso una scuola elementare.

Chissà se è vero che 'No money can buy a good name'… senza dubbio però la modestia che lo precedeva in fama, come per gli ego-trip di brani come Fantastic Man, pare essersi ridimensionata in una forma di colpevole, imbarazzata gratitudine. In una delle rare interviste concesse via Skype, avrebbe ammesso: "Ho studiato così tante cose, ma non hanno niente a che fare col mio talento naturale, perché il talento non è una cosa che puoi studiare. Il talento ti viene dato da Dio". E a quanto pare, ha in serbo un nuovo album, che non si sa quando arriverà, ma avrà senz'altro l'unico scopo di rendere lode al Signore.

(*) Do not merely listen to the word, and so deceive yourselves. Do what it says. Anyone who listens to the word but does not do what it says is like someone who looks at his face in a mirror and, after looking at himself, goes away and immediately forgets what he looks like. But whoever looks intently into the perfect law that gives freedom, and continues in it—not forgetting what they have heard, but doing it—they will be blessed in what they do.