I pre-giudizi sulle nuove uscite dal 22 aprile al 5 maggio

I pre-giudizi sulle nuove uscite dal 22 aprile al 5 maggio

2013-05-04T09:00:22+00:004 Maggio 2013|

 

Puntata doppia dei nostri pre-giudizi, dovuta alla tragica carenza di tempo della settimana scorsa!

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[space height=”10″]At the Drive-In: Relationship Of Command (ristampa)

At the Drive-In: Relationship Of Command (ristampa) martiniQuando nel 2000 uscì questo disco gli At the Drive-In passarono dall’essere apprezzati da pochi emo kids (quelli veri, quelli di fine anni ’90) a diventare gli ennesimi salvatori del rock: con i piedi ben piantati nell’hardcore punk, i cinque di El Paso erano riusciti a infondere nuova vita alle chitarre elettriche, che in quegli anni erano dominio quasi esclusivo di Limp Bizkit, Korn e simili. Inutile dire che riascoltarlo oggi fa lo stesso effetto di allora: una vera bomba di passione, foga politica (anche se i testi erano squisitamente astratti e immaginifici) e strane derive prog (che avrebbero presto preso il sopravvento nei Mars Volta). Se non l’avete comprato ai tempi, ora non avete più scuse per non averlo.

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[space height=”10″]The Breeders: LSXX (Last Splash Reissue)

The Breeders: LSXX (Last Splash Reissue)martiniIdem per questo gioiello di vent’anni fa: Last Splash è uno dei grandi album degli anni ’90 e il suo valore va ben oltre l’imperdibile singolo Cannonball, che dominava MTV ai tempi. Le Breeders del 1993 erano lo specchio perfetto dello stato di grazia vissuto dall’Alternative Nation in quella breve parentesi tra il successo mondiale di Nevermind e il colpo di fucile che mise fine alla vita di Kurt Cobain: una fase in cui praticamente qualunque gruppo con uno stile o delle idee musicali bizzarre poteva convincere una major a farsi riempire di soldi, perché nessuno sapeva da dove sarebbero emersi i nuovi Nirvana. Praticamente, una delle tante età d’oro della musica indipendente di cui ci piace parlare su Gold Soundz.

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[space height=”10″]Appleseed Cast: Illumination Ritual

Appleseed Cast: Illumination RitualbirraNei primi anni 2000 avevo un debole per Christopher Crisci e i suoi Appleseed Cast: la facilità con la quale in pochi anni erano passati dall’emo dei primi album alle sperimentazioni di Low Level Owl rivelava un'ambizione smisurata, e chissà dove sarebbero finiti se non avessero deciso ad un certo punto di frenare le sperimentazioni e assestarsi all’incrocio tra indie rock e post rock. Non so molto di questo nuovo album e del precedente Sagarmatha, ma sette anni fa Peregrine era comunque un dischetto piacevole. Insomma, ho una buona sensazione…

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[space height=”10″]Phoenix: Bankrupt!

Phoenix: Bankrupt!acquaC’è un motivo particolare per il quale i Phoenix da qualche anno sono i cocchi della stampa musicale e del pubblico che la segue? Potrei essere cattivo e rispondere che le loro canzoncine allegre e leggerine, condite da scintillante produzione anni ’80 e testi banali quando non incomprensibili, sono perfette per il mondo vacuo e ossessionato dalle apparenze nel quale viviamo. Ma in fondo devo ammettere che Wolfgang Amadeus Phoenix aveva molti momenti di pop ad altissimo livello; tutto il contrario insomma della sensazione che ho riguardo a questo nuovo album: il singolo Entertainment è di una noia sconcertante, e anche gli altri brani sembrano privilegiare la forma (ovvero i suoni, gli effetti e quella storia relativa alla console usata da Michael Jackson per Thriller) rispetto alla sostanza (ovvero le canzoni).

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[space height=”10″]Various Artists: Weary Engine Blues – Tribute to Jason Molina

Various Artists: Weary Engine Blues – Tribute to Jason Molina martiniCon la morte di Jason Molina se ne è andato uno dei più grandi cantautori americani degli ultimi vent’anni. Uno capace di farti tremare solo con la forza di una voce indimenticabile e di pochi accordi scheletrici di chitarra, e non ne sono rimasti molti di questo genere in giro. Speriamo che la disperata fragilità delle sue canzoni venga mantenuta intatta in questo album-tributo preparato in modo quasi istantaneo dall’etichetta Graveface Records. Sulla carta ci sembra di sì, visti i nomi coinvolti: Will Oldham, Damien Jurado, Mark Kozelek, praticamente tutto il gotha del cantautorato americano più scarno e intenso. Speriamo che anche questo serva a dargli quella fama che avrebbe meritato in vita…

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[space height=”10″]Motorpsycho: Still Life with Eggplant

Motorpsycho: Still Life with EggplantbirraI tre psychonauts di Trondheim sono un caso inclassificabile nel panorama rock odierno: dopo aver realizzato dischi fondamentali e originalissimi negli anni ’90, la svolta citazionista dei primi 2000 li ha portati ormai da molto tempo a rifugiarsi in esercizi prog e suite che hanno notevolmente ristretto il loro pubblico. Tradotto in parole povere: ormai sono rimasti solo i fan più sfegatati (molti dei quali qui in Italia) a seguirli, ma questo non vuol dire che non riescano sempre a piazzare qualche zampata di quelle di una volta. Vediamo come va con questo album, ma la copertina già promette bene.

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[space height=”10″]Guided By Voices: English Little League

Guided By Voices: English Little LeaguebirraQuarto disco post-reunion, in sedici mesi tondi tondi per Bob Pollard e compagni. Dopo che anche l'ultimo The Bears for Lunch è passato piuttosto inosservato, siamo sicuri che valga la pena di mantenere questa produttività esagerata? L’ispirazione dei bei tempi che furono è ormai evaporata, e la percentuale di riempitivi (che qualsiasi fan dei GBV che si rispetti continua comunque ad adorare) è ormai pericolosamente oltre il livello di guardia. Epperò, c’è sempre una piccola speranza che un giorno Bob tirerà fuori dal cilindro un altro album indie rock perfetto. Che sia questa la volta buona?

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[space height=”10″]!!!: THR!!!ER

!!!: THR!!!ERbirra Titolo e copertina dell'anno già assegnati al quinto album di questi veterani del dance-punk, che da tempo si sono assestati su un buon groove senza infamia né lode, perfetto per ballare mentre li ascolti dal vivo, ma irrimediabilmente un po’ noioso su disco. Io ho un consiglio che è sempre lo stesso: andate assolutamente a vederli dal vivo, e comprate i loro dischi come semplici souvenir della serata.

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[space height=”10″]Iggy & the Stooges: Ready To Die

Iggy & the Stooges: Ready To Dieacqua Il vecchio (veramente, ormai sono 66 primavere) Iggy rimette insieme gli Stooges di Raw Power e va in giro a dire di averne realizzato il seguito. Inutile ricordare quanto questo sia impossibile, perché quello che è cambiato non è solo l’età anagrafica dei componenti, ma la storia del rock e tutto lo scenario nel quale un disco come Ready to Die si ritrova ad uscire. Insomma, ci troviamo di fronte ad una pura operazione di marketing per ingannare quei quattro sprovveduti che ancora credono al mito dell’"Iguana del rock'n'roll".

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[space height=”10″]The Melvins: Everybody Loves Sausages

The Melvins: Everybody Loves Sausagebirra C’è un unico ottimo motivo per comprare questo disco di cover: i Melvins che reinterpretano i Queen! Non è quello che avete sempre voluto sentire ma non avete mai avuto il coraggio di chiedere? Se poi ci aggiungiamo altre scelte curiose come Roxy Music e David Bowie sono sicuro che la percentuale di weirdness rimarrà alta per l'intera durata dell'album.

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[space height=”10″]Sun Kil Moon/The Album Leaf: Perils from the Sea

Sun Kil Moon/The Album Leaf: Perils from the Seamartini Il buon Mark Kozelek va avanti da anni nel disinteresse generale a pubblicare dischi belli e tristissimi, fedeli alla poetica avviata nei Red House Painters e solcati da una voce che ancora oggi non ha eguali per il pathos che riesce a trasmettere. Questa collaborazione con l’assai meno meritevole Jimmy LaValle (leader dei The Album Leaf) potrebbe finalmente mostrarcelo da un’ottica diversa: come si sovrapporrà la voce di Mark alle basi elettroniche di LaValle? Da vecchio fan, io sono pronto a scomettere che verrà bene, molto bene…

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