I pre-giudizi sulle nuove uscite dal 4 al 9 settembre

Tutti i dischi sono in uscita il 4 settembre.

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[space height=”10″]Animal Collective: Centipede Hz

L’uscita più importante di questa settimana, e direi anche uno degli album più attesi dell’anno. Avrete già avuto modo di leggere la nostra recensione acerba, io aggiungo solo che il disco è ancora più complesso e stratificato dei predecessori, e che, quindi, mai come in questo caso, servono più ascolti per apprezzarlo. Alla fine rimane l’impressione di un lavoro leggermente sotto le aspettative (che erano stratosferiche), ma che rappresenta comunque l’esempio più moderno di disco pop e sperimentale allo stesso tempo. Hai detto poco…

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[space height=”10″]Cat Power: Sun

Anche questo l’abbiamo già ascoltato, ma il giudizio non è stato così lusinghiero: a Chan abbiamo sempre voluto bene, anche quando dal vivo era troppo ubriaca per concludere una canzone, e avevamo tirato un sospiro di sollievo quando l’avevamo vista finalmente sobria e sicura di sé durante l’ultimo tour. Tutta questa fiducia e lei come ci ripaga? Un album con un’obsoleta produzione da elettronica anni ’90 e un paio di pezzi veramente imbarazzanti (no, l’autotune no!). C’è da dire che poi ci sono anche un paio di capolavori, e quindi alla fine le vogliamo bene lo stesso….ma se questo deve essere il lieto fine della sua storia speriamo che abbia covato ancora un paio di inquietudini per i prossimi album!

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[space height=”10″]Deerhoof: Breakup Song

Lo dico: abbiamo bisogno di più band come i Deerhoof. Questi freaks di San Francisco sono in giro dal ’94 con le loro composizioni inclassificabili, che frullano quarant’anni di rock con vigorose dosi di garage, prog e pop giapponese, e rimangono deliziosamente imprevedibili come agli esordi. Ovvio, non sempre questo si traduce in musica che mette voglia di essere ascoltata: dopo una breve fase d’oro a metà anni 2000, gli ultimi dischi sono passati abbastanza inosservati, e ho idea che anche questo nuovo lavoro farà la stessa fine. Ma se per caso non andasse così, sarei il primo a festeggiare…

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[space height=”10″]Jens Lekman: I Know What Love Isn't

Altro che Animal Collective: per me la vera uscita da festeggiare questa settimana è il terzo lavoro del nostro sempre più calvo Jens. Non è un segreto che Gold Soundz abbia una predilezione per lui, e questo nuovo disco ce lo restituisce più romantico, malinconico e pop di prima. Per tutte le altre info leggete la nostra recensione acerba di qualche settimana fa!

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[space height=”10″]Sondre Lerche: Bootlegs

Da uno svedese ad un norvegese: nonostante abbia appena trent’anni Sondre Lerche è in giro ormai dal 2000, ma non mi sono mai fermato ad ascoltarlo. Sulla carta dovrebbe essere un cantautore acustico come tanti, e questo è un suo album dal vivo. Prendo tempo perché in realtà non ho idea di chi sia e cosa faccia…ve l’ho già detto che è norvegese?

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[space height=”10″]Mono: For My Parents

I Mono sono un gruppo giapponese di post-rock apocalittico. Ora, senza niente togliere ai tanti appassionati di questo sottogenere, vi svelerò un mio terribile segreto: il post-rock apocalittico, con i suoi brani lunghissimi strettamente strumentali, i suoi crescendo e le sue dinamiche sempre uguali, è uno dei generi che mi fa più schifo sulla faccia della Terra. Però, però so che piacciono a molti e chi sono io per stroncarli del tutto? Magari sono cambiati, magari hanno aggiunto un po’ di allegria ai brani, magari addirittura hanno iniziato a cantare: chi sono io per giudicarli? In fondo sono solo un povero scemo a cui fa schifo il post-rock apocalittico…

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[space height=”10″]Bob Mould: Silver Age

Bob Mould non si tocca: l’ex leader degli Husker Du è un vero eroe musicale della “musica che ci piace” degli ultimi trent’anni. Questo poi è il suo primo album per Merge Records, e speriamo tutti che la buona compagnia (Arcade Fire, Spoon e Superchunk, solo per dirne tre) gli faccia bene. Poi adesso che dal vivo suona di nuovo Copper Blue degli Sugar, è impossibile resistergli…

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[space height=”10″]Mount Eerie: Ocean Roar

Non ho mai ascoltato i Microphones, ma alcuni amici che stimo li adorano. Questo dovrebbe essere il nuovo album di Phil Elverum, nel frattempo passato già da un po’ a nuovo moniker. Vi dico l’idea che mi sono fatto della musica di Elverum senza averlo mai ascoltato: folk striminzito per chitarra acustica ed effetti, molto psichedelico ma anche duro come un mattone da digerire. Ci ho azzeccato? Però la svolta black metal di qualche anno fa era interessante…
 

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[space height=”10″]Stars: The North

Della grande famiglia Broken Social Scene gli Stars mi sono sempre sembrati i rappresentanti più insignificanti: vabbè Amy Millan, vabbé la canzone sulla colonna sonora di Caos Calmo, vabbé che Set Yourself on Fire non era male, ma da qui ad interessarmi a loro c’è sempre stato un abisso. Hanno fatto una marea di album insignificanti negli ultimi anni e ora mi dicono che questo nuovo lavoro è ancora più noioso….lasciamo perdere! [space height=”10″]

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[space height=”10″]The Vaccines: The Vaccines Come of Age

File under: gruppi inglesi gonfiati dalle vitamine dell’hype. I The Vaccines hanno iniziato a fare i sold-out dopo aver caricato un demo su Youtube ed erano sulla copertina di NME prima di pubblicare il primo singolo, osannati come gli ennesimi “salvatori del rock”. Se aggiungiamo a questo il fatto che sono stati ripetutamente bollati come “i nuovi Libertines” (uno dei gruppi più sopravvalutati della storia) capirete come non nutra il benché minimo interesse per questo loro secondo album. Aridatece i Clash!

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