Rue Royale – Remedies Ahead (Recensione)

Rue Royale – Remedies Ahead (Recensione)

2017-11-08T17:15:48+00:0013 Settembre 2013|


rue royale - remedies ahead - copertina
Terzo album per i coniugi Dekker, che espandono il proprio sound e ancora una volta ci scaldano il cuore con le loro malinconiche melodie folk-pop.

7,5/10


Uscita: 9 settembre 2013
Sinnbus Records
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In sei anni hanno percorso più di 100.000 miglia in tour, esibendosi in piccoli coffee-bar, teatri, circoli culturali e altri posti lontani dalle grandi platee, conquistando di concerto in concerto un pubblico sempre maggiore. Dopo tanto peregrinare i coniugi Ruth e Brookln Dekker, in arte Rue Royale, hanno deciso di fermarsi nel marzo di quest’anno per registrare Remedies Ahead, il loro terzo album, ovviamente prima di ripartire per una nuova infinita serie di date.

Per la realizzazione dell’album il duo si è servito di una campagna Kickstarter che ha rapidamente superato l’obiettivo prestabilito, confermando che in questi anni di gavetta i fan conquistati uno a uno, cercando il contatto faccia a faccia, sono stati raggiunti in modo profondo, un aspetto interessante anche in vista dei prossimi lavori del duo. Io posso considerarmi tra questi da quando più di un anno fa ho assistito per la prima volta ad un loro concerto, ammirando da subito l'autenticità e dedizione con cui trattano la loro musica e i fan.

Il nuovo album porta una significativa novità rispetto ai due precedenti (Rue Royale del 2008 e Guide to An Escape del 2011), caratterizzati da un approccio formente do it yourself: per la prima volta il duo è riscorso ad un aiuto esterno, facendosi affiancare in studio da un co-produttore, un amico, e un ingegnere del suono. Il nuovo approccio si nota soprattutto nell'uso un po’ più articolato delle percussioni e nella presenza discreta di synth e suoni campionati, in brani come Changed My Grip, Pull Me Like a StringDark Cloud Canopies e Every Little Step.

Un altro aspetto caratterizzante è una maggiore “ariosità” delle composizioni, le quali, nella maggior parte dei casi, sembrano avere una minore urgenza e immediatezza rispetto al passato, dovuta probabilmente (come racconta lo stesso Brookln nella biografia contenuta nel loro sito ufficiale) al fatto che i demo delle canzoni sono stati  registrati col suo cellulare durante i sound check, prevalentemente in ampie sale piuttosto che in piccole camere: è questo il caso di Tiny Parcels, Almost Ghostly, Carving Up Islands e Settle In, Settle Down.

Preso atto di queste novità rispetto al passato, l’impressione è comunque che il duo sia rimasto fedele al 100% alla propria visione artistica, evitando di registrare qualcosa che non potesse essere riprodotta con la stessa intensità durante i live. Il nucleo delle canzoni rimane infatti sempre lo stesso, ovvero il superbo amalgama delle due voci in grado di creare delicate ed ammalianti melodie, perfettamente adagiato sulla precisa trama tessuta dalla chitarra acustica, mentre grancassa e percussioni marcano gli accenti emotivi di questo folk-pop fatto di ballate sognanti ed ipnotiche. I brani in cui questi elementi spiccano maggiormente sono Shouldn’t Have Closed My Eyes, Try As They Might e il primo singolo già diffuso da qualche mese con relativo video, la splendida e trascinante Set Out to Discover, nella quale emerge anche un basso campionato penetrante e tremendamente efficace.

Semplicità, sincerità, senso di confidenza: Remedies Ahead sembra la perfetta colonna sonora per questo autunno alle porte, grazie alla sua poetica malinconica, ma anche al senso di conforto e di intimità che è in grado di trasmettere. Come una rassicurante tazza di caffè bollente presa con gli amici mentre, fuori dalla finestra, incombe una lunga e fredda notte. Questa la sintesi di un album che piacerà sicuramente ai fan storici ma che, speriamo, non mancherà di raccogliere nuovi e importanti consensi.

L’alto livello delle composizioni, l’ispirazione che sembra non venire mai meno e la spontaneità di musica, testi e atteggiamenti suggeriscono che i coniugi Dekker abbiano trovato un perfetto connubio artistico e non solo. La storia e la musica di questi due bei personaggi ci danno la certezza che comprare un loro lavoro o recarsi ad un loro concerto sia sempre un’esperienza genuina e coinvolgente, pertanto non ci resta altro che continuare a seguire i Rue Royale lungo la loro strada maestra, ovunque essa porti.