I pre-giudizi sulle nuove uscite dall’1 al 7 aprile

I pre-giudizi sulle nuove uscite dall’1 al 7 aprile

2013-04-03T12:16:17+00:003 Aprile 2013|

 

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[space height=”10″]British Sea Power: Machineries of Joy

British Sea Power - Machineries of JoybirraClassico caso di onesti mesterianti di cui si parla poco: il gruppo di Brighton non ha mai sfondato ma in dieci anni è riuscito a conquistarsi un buon seguito (specialmente in patria) e ormai è considerato uno dei nomi storici della scena inglese. Non hanno più l’ispirazione degli esordi, ma band come queste sono quelle che portano avanti la  Rough Trade anche nei periodi di magra, quindi speriamo tengano botta ancora per un po’!

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[space height=”10″]The Flaming Lips: The Terror

The Flaming Lips: The TerrormartiniIl seguito di Embryonic riprende il discorso esattamente dove era stato lasciato quattro anni fa, mettendo finalmente in secondo piano le stranezze sempre più insopportabili di Wayne Coyne e la miriade di collaborazioni inutili degli ultimi tempi. La band ce lo vuole vendere come “il disco più terrificante” finora realizzato, in realtà sembra una versione maggiormente accessibile e compatta dell’album precedente, ma siamo pur sempre di fronte ad un lungo incubo paranoico e alterato. E tenete conto che, quando si impegnano, i Flaming Lips sono ancora in grado di dare lezioni a tutti in quanto a psichedelia

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[space height=”10″]Tyler, The Creator: Wolf

Tyler, The Creator: WolfacquaCome diventare un rapper di successo a soli 22 anni? Semplicemente comportandosi come un ragazzino di 14: insultando tutto e tutti, rifugiandosi nella misoginia e nell’omofobia più spinta e cantando slogan significativi come “kill people burn shit fuck school”. Il giovane Tyler ormai è la superstar della crew Odd Future e ha collaborato con nomi che stimo come Toro Y Moi, ma il mio (pre)giudizio su di lui non cambia: devi farne di strada, bimbo

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[space height=”10″]Mad Season: Above (Deluxe Edition)

Mad Season: Above ReissuemartiniAbove è un disco fondamentale per capire cosa è stato il grunge, soprattutto perché rappresenta l’epitaffio del compianto Layne Staley degli Alice in Chains: supportato dalla chitarra mai così blues di Mike McCready (Pearl Jam), il cantante rivela in questo disco il suo lato più personale e intenso, lontano dalle influenze metal della sua band principale. Insomma, è proprio uno di quei dischi che merita una ristampa deluxe, non ascoltate quello che dice Pitchfork.

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[space height=”10″]Mudhoney: Vanishing Point

Mudhoney: Vanishing PointbirraE' una settimana decisamente grunge: se Staley era l’allievo ecco qui i maestri del genere, che sono vivi e vegeti e ormai cinquantenni, pubblicano il loro nono album. Ovviamente non possiamo aspettarci che ci cambino la vita come quei primi accordi di Touch Me I’m Sick, ma la loro parabola artistica (da punk casinari a stimati maestri su major, per poi tornare nella loro “casa” Sub Pop negli anni 2000) è esemplare. Un modello da imitare per tanti altri veterani, e per giunta gli ultimi dischi non sono affatto male!

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[space height=”10″]Rilo Kiley: rkives

Rilo Kiley: rkivesacquaNei loro momenti migliori i Rilo Kiley erano una piacevole (e innocua) band country-pop, nei peggiori (l’ultimo album Under the Blacklight) un incubo di pop-rock commerciale. La frontwoman Jenny Lewis lo sa e ormai vorrebbe solo andare avanti con la sua carriera solista e le comparsate con i Postal Service. Perciò è difficile non interpretare questa raccolta di rarità e b-sides come qualcosa di più di un contentino rivolto solo ai fan sfegatati, che non riescono ancora ad accettare la fine del gruppo. E infatti dubito che possa interessare a qualcun altro…

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[space height=”10″]Cristiano De Andre': Come in cielo, cosi' in Guerra

Cristiano De André: Come in cielo, cosi' in guerraacquaDifficile rovinare un catalogo praticamente intoccabile come quello di Fabrizio De André, peccato che negli ultimi anni ci sia riuscito perfettamente il figlio Cristiano. Pur non essendo dotato del carisma, della voce, dei testi e delle musiche del padre, alla tenera età di cinquant’anni Cristiano ha deciso di diventare definitivamente una fotocopia di Fabrizio, e di riproporre stancamente i capisaldi del suo catalogo. Questo dovrebbe essere un album di canzoni nuove, ma so già come andrà a finire: non se lo filerà nessuno e Cristiano tornerà necessariamente a confrontarsi con l’opera del grande Fabrizio. Tanto se c’è una cosa che in Italia non manca mai sono i fan di De André, e cosa importa se si tratta di una copia sbiadita?

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