Trip the Switch & Athletes in Paris (Undersoundz UK)

Trip the Switch & Athletes in Paris (Undersoundz UK)

2017-11-08T16:57:39+00:0012 Settembre 2012|

Uk flag - Union Jack

Hello lads, mi chiamo Fabiana e il mio nome è una delle dieci cose che gli inglesi non riusciranno mai a scrivere/pronunciare correttamente al primo colpo. Provare per credere. Quindi potete chiamarmi Fab, che in Inghilterra è l'abbreviazione di Fabulous (l’ho scoperto a mie spese). Però, che dire, i musicisti lo adorano.
Vi sto scrivendo dalla mia postazione in quel di Bath – 1 ora e 32 minuti in treno da Londra e 15 minuti da Bristol, la “capitale della dub-step”. Qui la musica live non manca, soprattutto se si ha una passione per band sconosciute dai nomi improbabili e che suonano generi di dubbia definizione (ad esempio "dub-folk").
In questa rubrica vi terrò aggiornati sulle band emergenti che avrò modo di conoscere e apprezzare durante il mio soggiorno in Inghilterra….e chissà se un giorno potrete dire di averle conosciute per primi proprio sulle pagine di Gold Soundz!

trip the switch

Nome: Trip the Switch
Città: Bristol
Genere: Pop/Funk/Soul
File under: Jason Mraz, John Mayer
Sito web: http://www.triptheswitch.com

Durante uno dei miei soliti vagabondaggi mi sono imbattuta in un mini-festival al pub The Bell di Bath, una mecca per gli amanti di concerti intimi, con un vario e vasto calendario di concerti ogni mese. Dopo una serie di problemi di sound-check, con annessa scomparsa del tecnico per più di un’ora, hanno aperto le danze i Trip the Switch, che ci hanno accolti con una (ridotta) ma ricca setlist dai risvolti sincopati (More Than Just A Good Thing). Il trio riprende tanto il funky danzereccio dei primi anni ottanta (Bee Gees), quanto il pop più orecchiabile e senza pretese di Jason Mraz, Thicke e dei primi Maroon 5 (This Time). Memorabile il jammin’ funk alla Stevie Wonder di Wannabe, dove il basso si lancia in un assolo magistrale (peccato solo per qualche "stecca" nei backing vocals). Ciliegina sulla torta è la cover acustica di Ain’t No Sunshine di Bill Withers, dove il cantante mette in luce la sua voce pacata e al contempo sensuale, dimostrandosi vera punta di diamante della band.

athletes-in-paris

Nome: Athletes in Paris
Città: Newcastle
Genere: Indie-pop
File under: Friendly Fires, Earth, Wind and Fire
Sito web: http://www.AthletesinParis.com

Ma sono gli Athletes in Paris i veri protagonisti della serata. Magari non brillano per originalità (si va dal brit-pop dei Friendly Fires ai più giocosi Wombats), ma la ricchezza strumentale e soprattutto l’energia del frontman Matt valgono tutto lo show. Ogni tanto la chitarra si lascia andare a virtuosismi elettrici (24/7), senza mai intaccare quella spensierata vena pop che li contraddistingue (con tanto di battiti di mani in Borrowed Time). Due batterie (una elettronica) con annessa campana e cembali, un gioco di voci ed echi (Echoes Louder Than Voices) che ti entrano in testa e ti fanno venire voglia di saltellare abbracciati ad uno sbronzo e sudaticcio Matt. La band rischia di essere forzata a finire il live a causa del massiccio ritardo accumulatosi, eppure riesce a finire il set grazie alle doti carismatiche del cantante, che costringe il barista, alquanto spaesato, a ballare con lui l’ultima canzone.

La serata finisce con la tipica chiaccherata post-concerto dove Mooch, il secondo batterista, dopo avermi stretto la mano in visibile stato di ebbrezza, ci guarda estasiato e mi dice “Vi amo già ragazzi, davvero, siete troppo fighi, e poi Fab… è un nome stupendo”. Che vi dicevo, i musicisti lo adorano.