mum @ Sexto’nplugged, Sesto al Reghena (PN) – 19 luglio 2013 (Live report)

mum @ Sexto’nplugged, Sesto al Reghena (PN) – 19 luglio 2013 (Live report)

2013-08-19T16:59:02+00:0019 Agosto 2013|

Mum_Sextonplugged

C'è stato un tempo, tanti anni fa, in cui una delle mie attività preferite era distendermi da qualche parte, ascoltare un disco, chiudere gli occhi e immaginare. Erano i primi anni 2000 e imparai subito a riconoscere i dischi che avevano il potere di farmi vedere luoghi così fantastici che non potevano essere reali. Tra questi ce n'era uno con la copertina verde come un prato, e tantissimi pomeriggi sono scivolati via così, perduti in quelle melodie sognanti. Poi l'amore, come spesso capita, è finito, io sono cresciuta e sono cresciuti anche i múm, eppure ogni tanto, nascosta qui e lì tra le note delle canzoni degli ultimi lavori, ritrovo quella magia e ritorno a chiudere gli occhi e a fantasticare.

Non potrebbe esserci un luogo più adatto di Sexto'nplugged per vedere un gruppo che mi ha fatto tanto sognare: la piccola piazza Castello di Sesto Al Reghena è incantevole in questa sera d'estate, piena di lucine appese tra gli alberi. Prima che il sole scenda del tutto sale sul palco Ane Brun, elegantissima nel suo vestito bianco pieno di veli. La sua esibizione è talmente impeccabile da risultare a tratti quasi noiosa, tanto che rimango più colpita dalla sua straordinaria presenza scenica che dai brani che propone. A un certo punto dedica una canzone a una ragazza che stava strimpellando lo stesso brano con la chitarra quel pomeriggio in una camera del suo albergo e non posso fare a meno che stimare questa signora nordica.

Poi finalmente arriva il turno dei múm e compaiono davanti ai miei occhi due fanciulle bellissime e diafane: una ha i capelli biondi e un vestitino nero, l'altra invece indossa un abito bianco a balze lungo fino ai piedi ed è niente meno che la ritrovata Gyða Valtýsdóttir, ritornata nel gruppo dopo averlo abbandonato dieci anni fa. I múm propongono brani tratti un po' da tutti i loro lavori e ci fanno ascoltare anche un paio di canzoni dal nuovo disco Smilewounds, in uscita a settembre, di cui Örvar Þóreyjarson Smárason finora non ha voluto dirci quasi nulla.

Mum-live Sexto'nplugged

Tecnicamente i múm sono dei musicisti fantastici, mettono in scena violoncelli, batterie, campanelli, chitarre e li mescolano perfettamente con pezzi campionati e inserti elettronici. Però sono strani: tra una canzone e l'altra Orvar, più islandese e freddo che mai in camicia e cravatta, abbandona la sua postazione al synth, attraversa tutto il palco per raggiungere un microfono e annuncia i titoli dei pezzi che verranno suonati, rompendo ogni volta l'atmosfera. Anche le due ragazze non sono da meno, Gyða soprattutto suona il violoncello in piedi (perchè vorrei chiederle? non è più comoda una bella sedia?) e si lancia in una danza tanto frenetica quanto inquietante al ritmo di Toothweels, primo singolo del nuovo disco.

Insomma ce la mettono tutta per riproporre l'atmosfera incantata per cui si sono fatti conoscere, ma nonostante la perfezione tecnica e la meravigliosa cornice di Piazza Castello la magia da me tanto attesa non arriva: i brani tratti da Finally We Are No One, il disco verde, non rendono nemmeno un decimo dal vivo, e sono invece le canzoni tratte dagli ultimi lavori, come A Little Bit e Sometimes, a convincermi di più. La voce di Gyða è talmente infantile da risultare un po' fastidiosa, non so se il problema sta nel fatto che non ha più 18 anni e l'immagine da folletto non le calza più a pennello, o forse perché non c'è la gemella Kristin Anna a cantare insieme a lei. Il concerto scorre veloce fino a Now There's That Fear Again Finally: dopo una breve pausa tornano sul palco per un ultimo bis, The Island of Children's Children, poi salutano gentilmente e se ne vanno.

Ci sono canzoni che dal vivo emozionano milioni di volte di più rispetto al disco, musicisti dalla voce così struggente da sciogliere il cuore solo sussurrando qualche nota davanti a un microfono. Ma ci sono anche dischi che devono essere ascoltati solo in certi pomeriggi autunnali, con gli occhi chiusi nella solitudine dei propri sogni. E questa sera ho avuto la conferma che i múm, nonostante la loro bravura, fanno sicuramente parte di questo secondo gruppo.

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Scaletta:

Sveitin Milli Sanda
Slow Down
We Have a Map of the Piano
Guilty Rocks
Weeping Rock
The Ballad of the Broken Birdie Records
Blow Your Nose
A Little Bit, Sometimes
One Smile
Green Grass of Tunnel
Toothweels
Now There's That Fear Again  Finally

The Island of Children's Children